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Formazione e Supervisione

Psicologa Psicoterapeuta Psicoanalista a Trieste (TS)

Ho da sempre considerato la supervisione come un laboratorio di ricerca dove supervisore e allievo dialogano alla pari confrontandosi e costruendo pensieri nuovi attorno al caso portato. Trovo che la supervisione di gruppo sia estremamente efficace e interessante perché nel gruppo si crea una mentalità di lavoro che comporta originali intuizioni e soluzioni creative. Nel caso di allievi delle scuole di specializzazione privilegio anche aspetti formativi e didattici che aiutino l’allievo/a ad arricchire il proprio bagaglio culturale, metodologico e tecnico. Nel mio lavoro di supervisione faccio riferimento in modo particolare al pensiero di Balint, Hautmann e Resnik. Per quanto riguarda il pensiero di G. Hautmann condivido il suo pensiero su “Il seminario clinico di gruppo”: “L’analista lavora con tutto se stesso, un’entità complessa che ha una componente gruppale, sempre presente anche nel lavoro individuale. L’analista contiene dentro di sé la gruppalità che aiuta la comprensione e la recezione del messaggio dell’altro… Il confronto con un gruppo è come l’uso di una lente di ingrandimento, con cui tornare a contattare il singolo individuo, di cui allora è facile percepire la molteplicità: il gruppo reale allena a cogliere il gruppo interno dell’individuo” estratto dall’intervista a G. Hautmann pubblicata in “Il pensiero gruppale nel lavoro con il paziente, nella supervisione, nei servizi” a cura di G. Gabbriellini, ed. Felici, Pisa, 2013, di questo testo è possibile leggere una recensione a cura di Ambra Cusin su www.spiweb.it alla sezione libri, voce recensioni, libri psicoanalitici. Ne allego un breve estratto:

Estratto dalla recensione di Ambra Cusin

Appunti a margine degli Atti sul Convegno “Il pensiero gruppale nel lavoro con il paziente, nella supervisione, nei servizi”.

“[…] voglio dire che è difficile partecipare a un gruppo senza sentirmi stimolato e obbligato a pensare… continuerò a pensare a lungo a questa esperienza. E’ un argomento infinito….E’ molto importante osare pensare e sentire qualsiasi sia la cosa che si pensa e si sente”. (Bion, 1978)

Il Convegno, svoltosi a Pisa nel novembre 2012 sul tema de “Il pensiero gruppale nel lavoro con il paziente, nella supervisione, nei servizi” di cui sono raccolti i contributi nel testo, curato da Gabriela Gabbriellini, potrebbe essere egregiamente sintetizzato proprio con la frase di Bion che ho riportato in apertura. Di fatto, infatti, il convegno si è trasformato spontaneamente in un gruppo che ha lavorato assieme per ricavarsi uno spazio di pensiero in cui sentire profondamente l’elevato valore psicoanalitico del lavoro gruppale, soprattutto all’interno delle istituzioni, sotto forma di supervisione, di seminario analitico di gruppo, di discussione di caso clinico, di gruppo Balint, di presentazione di un “testo mirato”. Quello che cercherò di fare dunque sarà di condividere con voi gli appunti che avrei riportato dal Convegno, a cui non ho potuto partecipare, ma che nella lettura di questo testo mi hanno permesso un’esperienza emotiva di partecipazione e condivisione. Il convegno si interrogava su come lavori il pensiero gruppale in diverse situazioni, su come si possa operare per beneficiare della generatività del gruppo facendo contemporaneamente fronte alle difficoltà e alle minacce insite naturalmente nel gruppo di lavoro. Un gruppo di lavoro infatti può “ammalarsi”!...


Dott.ssa Ambra Cusin
Psicologa Psicoterapeuta Psicoanalista a Trieste (TS)



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