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Analisi dei sogni

Analisi dei sogni

Il sogno, come del resto dice Cenerentola nel film di Walt Disney, è l’espressione di un desiderio. E Gianna Nannini aggiunge che “Solo i sogni sono veri!” (in Giannadream - 2009)

In psicoanalisi il sogno oltre a rappresentare l’espressione di un desiderio, è anche un modo per dare forma ad un’emozione che sarebbe difficile esprimere con le parole. In fin dei conti, il sogno come il mito, sono un modo che la mente ha per raccontare se stessa (R. Romano, Il racconto della mente, ed. Dedalo, Bari 2002)

Il sogno è dunque un modo per dire la verità, o almeno per tentare di esprimere una verità su se stessi. Una verità che viene raccontata in maniera mitica, ma non per questo meno vera. A volte dei sogni ci rimane solo un’immagine: è quello che la nostra mente si permette di trattenere, quella immagine però è importantissima, non va svalorizzata perché raccoglie in sé un’emozione intensa.

Ricordo il sogno di una persona all’inizio del percorso analitico: “Era tutto buio, nero… e non so altro!” Con questo sogno la persona stava esprimendo il sentimento intenso di essere in una fase oscura, dove le cose non si vedevano o si vedevano appena, come ci accade di notte e forse chiedeva di poter, con il lavoro terapeutico, illuminare questo spazio chiarendo le cose, ma anche comunicare che l’oscurità era il luogo ideale – come al cinema del resto - perché la rappresentazione della sua storia potesse finalmente essere proiettata! Questo è un concetto importante di Bion che afferma come sia necessario, con l’analisi, “proiettare un raggio di intensa oscurità” per poter rimediare all’accecamento della visione concreta delle cose e così accedere agli strati più profondi, e poco visibili, di noi stessi. (in J.S.Grotstein, Un raggio di intensa oscurità, Raffaello Cortina, 2007, ed. italiana 2010)

Spesso diciamo che il sogno che abbiamo fatto è “strano”… certamente lo è perché il sogno esprime la logica dell’inconscio. Noi in genere crediamo che l’inconscio, solo perché non è conoscibile, sia illogico. Niente di più errato. Ne parla ampiamente I. Matte Blanco in L’inconscio come insiemi infiniti: saggio su la bi-logica, ed. Einaudi, 1975, prima edizione italiana 1981 e 2000), quando afferma che la coscienza segue una logica asimmetrica (dove se A>B allora ne consegue che B<A - cioè B minore di A - allora con la logica dell’inconscio, simmetrica, potrebbe accadere che A=B oppure contemporaneamente che B>A!!! per questo i sogni ci sembrano strani, perché non seguono la logica asimmetrica con la quale siamo abituati a ragionare. Comprendere la logica dell’inconscio è fondamentale per apprezzare e far emergere la nostra creatività, le nostre potenzialità che a volte ci sono sconosciute.

L’interpretazione dei sogni è qualcosa di molto complesso perché può avvenire a diversi livelli, quelli che elenco sono solo alcuni:

  • Un primo livello simbolico, in cui ad ogni elemento corrisponde un significato.
  • A livello della persona che racconta, in base non solo alla sua storia passata e presente, ma in base soprattutto alla relazione che la persona ha con chi ascolta il racconto del sogno. Il sogno infatti è uno strumento importantissimo nel lavoro terapeutico orientato psicoanaliticamente, perché permette l’accesso a parti sconosciute delle personalità che non hanno altri modi per appalesarsi (a volte lo si fa con i lapsus, gli atti mancati, più spesso con i sintomi e alcune malattie del corpo). Il sogno in qualche modo dice qualcosa sulla relazione tra il narratore e l’analista
  • A livello dell’ambiente in cui il narratore del sogno è inserito. Il sogno infatti esprime anche l’emozione legata alla situazione sociale in cui si sta vivendo. Da ciò il lavoro sociale sul sogno (il social dreaming)

Quindi in genere non si può dire superficialmente quello che significhi il sogno… lo si può fare per “gioco” tra amici, ma bisogna stare attenti perché si rischia di aprire ferite poi difficilmente rimarginabili. Quindi attenzione alle così dette “interpretazioni selvagge” date cioè da persone poco preparate in materia, che non hanno esperienza di analisi personale (cioè che non hanno imparato il “mestiere di paziente” prima di imparare il “mestiere di terapeuta”).

I sogni sono infatti “materia incandescente”!!

Il sogno è un racconto in cui dunque l’emozione prende forma attraverso le parole che descrivono una immagine, una situazione. Questa forma però può aver subito numerose trasformazioni che solo nel lavoro analitico possono essere comprese. Attraverso quelle che Freud ha definito spostamento (in un oggetto viene espresso qualcosa che appartiene a qualcosa di altro) e condensazione (in un oggetto sono rappresentate più cose differenti) il sogno prende forma. Così una tigre può rappresentare qualcosa di istintivo, di violento, di pericoloso, ma anche qualcosa di vitale, coraggioso, primitivo, naturale. E tante infinite altre cose che sognatore e analista scopriranno assieme. Fondamentale è abbinare al racconto del sogno, le immagini che nel sognatore e nell’analista si producono grazie all’ascolto di questa “storia”.

Infine va rammentato che è il sognatore a “costruire il sogno”, ad esserne regista e sceneggiatore… e questa non è una cosa da poco! Ricordo una splendida barzelletta che più di tutto, secondo me, illustra questo aspetto, una barzelletta che ebbe modo di raccontarmi, all’inizio del trattamento un paziente. “Una donna si accorge di essere rincorsa da un uomo, tutto nero, nudo, nel deserto. Chiede aiuto ma non c’è nessuno, corre disperata e spaventata. Ogni tanto si volta per verificare se è ancora inseguita e vede l’uomo avvicinarsi sempre di più. Ad un certo punto, senza fiato, si gira e chiede: ‘Perché mi segue?” e l’uomo risponde: ‘Non lo so, sei tu a fare il sogno!!!’ ”


Dott.ssa Ambra Cusin
Psicologa Psicoterapeuta Psicoanalista a Trieste (TS)



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